Recensione The Castles of Tuscany
Un gioco da tavolo ambientato nella Toscana rinascimentale
Siamo nella bellissima Toscana del XV secolo… è questo l’incipit della breve introduzione di The Castles of Tuscany, una delle ultime fatiche di Stefan Feld pubblicata da Ravensburger. L’autore non ha bisogno di molte presentazioni, è uno dei più propositivi del settore e tra le sue creazioni c’è un certo I Castelli della Borgogna che è considerato da molti come uno dei migliori giochi da tavolo mai realizzati.
La somiglianza del nome di The Castles of Tuscany ha creato molte aspettative per questo gioco, immaginandolo come una sorta di erede dell’illustre predecessore. In parte è così perché tra i due giochi ci sono delle somiglianze. In questo caso però Feld non ha avuto assolutamente la pretesa di migliorare o ampliare I Castelli della Borgogna. Anzi, è proprio andato nella direzione opposta, dando vita ad un gioco da tavolo più semplice e veloce.
Che gioco è e come si presenta
In The Castles of Tuscany vestiamo i panni di influenti principi impegnati nel far fiorire il territorio che circonda il nostro castello.
Il gioco da tavolo è uno strategico di sviluppo attraverso il piazzamento di tessere. È da 2 a 4 giocatori con un’età a partire dai 10 anni, mentre la durata difficilmente arriva all’ora di gioco.
I materiali di gioco sono molto semplici ma di buona fattura. È curioso il fatto che l’elemento più scenografico del gioco è il segnapunti, con una grossa plancia che mostra al centro il batacchio a forma di leone presente sulla scatola. Tutta la parte centrale è solo grafica, si usano solo i 2 tracciati per i punti di colori differenti presenti sul perimetro. Forse è un modo per mettere in risalto l’altrettanto curioso metodo di conteggio dei punti, ma quello lo vedremo in seguito.
I materiali per i giocatori invece vanno in direzione opposta, con plance, tessere e carte di piccole dimensioni che contrastano un po’ con la ruota segna punti. Si gioca benissimo anche così, ma per praticità almeno degli esagoni più grandi non sarebbero stati male.
I materiali di gioco includono 4 Tabelle, che sono plance su cui i giocatori raccolgono i loro elementi di gioco e che servono anche da riepilogo. Poi abbiamo 12 plance territorio (4 con la lettera A, 4 con la B e 4 con la C) divise in spazi esagonali colorati. 120 tessere esagonali divise tra i 4 giocatori più alcune extra neutrali (22 per ogni giocatore più 32 neutrali). I mazzi di carte sono le 150 carte Territorio e le 27 carte Commercio.
I segnalini in legno sono i blocchi di marmo, i lavoratori e degli esagoni azzurri.
Infine abbiamo 5 tipologie di tessere bonus e 8 tessere colore double-face che servono per assegnare dei punti extra durante la partita.
Le tabelle dei giocatori
Le tabelle sono la plancia dove il giocatore raccoglie i suoi materiali di gioco. Nella parte alta troviamo 3 spazi esagonali con il batacchio del leone che fa da logo per The Castles of Tuscany. Sono numerati da 1 a 3 perché sono associati ai 3 round di cui si compone la partita. Dalle proprie 22 tessere si toglie quella del castello iniziale (colore verde scuro), le altre 21 si dividono tra i 3 spazi.
Sotto vengono mostrati i punteggi quando si completano delle serie di esagoni dello stesso colore, mentre nella parte bassa vengono mostrate le varie tipologie di tessere, il bonus che si guadagna quando vengono giocate e a lato lo spazio per raccogliere i relativi bonus.
Come si gioca a The Castles of Tuscany
Si parte mettendo al centro del tavolo il segnapunti con due segnalini per ogni giocatore. Uno sul tracciato esterno verde, l’altro su quello interno rosso.
Ogni giocatore prende la sua tabella, poi pesca in modo casuale 3 plance per creare il suo territorio da sviluppare. Devono essere una dal gruppo A, una dal B e una dal C. Una volta che ha le 3 plance può assemblare come meglio crede, non deve seguire l’ordine alfabetico, né l’alto e il basso. L’importante è che nell’affiancarle non ci sia più di un esagono di scarto tra le 2 plance vicine.
Ognuno prende le 22 tessere esagonali del proprio colore. Toglie la tessera verde scuro del castello iniziale e la colloca sul suo territorio in uno dei 3 esagoni verde scuro. Le altre 21 tessere vengono divise in colonne da 7 nei 3 spazi dedicati della tabella che identificano i 3 round di gioco.
Le tessere esagonali neutrali formano una riserva e se ne girano 8 a disposizione dei giocatori.
I giocatori scelgono 1 tessera bonus con cui partire, poi pescano 5 carte territorio. Le altre carte e tutti gli altri materiali vanno lasciati a portata di mano attorno al segnapunti per poterli usare durante la partita.
Nel proprio turno un giocatore può svolgere una di queste azioni:
–Pescare le carte: il giocatore pesca le carte Territorio dal mazzo. Di base se ne pescano 3, ma ogni tessera bonus dedicata a questa azione dà +1 alla pesca delle carte.
–Prendere una tessera: il giocatore sceglie una delle 8 tessere sul tavolo e la colloca nello spazio dedicato sulla sua Tabella. La tessera presa viene rimpiazzata con una tessera della propria riserva sulla tabella. La riserva di tessere neutra serve solo nel caso sul tavolo ci siano 5 tessere o più dello stesso colore. In quel caso vengono tutte scartate e rimpiazzate da 8 nuove tessere.
–Giocare una tessera: il giocatore prende la tessera sulla sua tabella e la colloca sulla plancia territorio. Per farlo bisogna scartare 2 carte Territorio dello stesso colore della tessera dalla propria mano. Se non si hanno 2 carte dello stesso colore della tessera, possono essere sostituite da coppie di carte di altri colori. Ad esempio, se devo giocare una tessera gialla e ho solo una carta gialla, posso scartare la carta gialla e una coppia di carte di un altro colore. Posso anche scartare 2 coppie di carte di altri colori.
Il piazzamento della tessera sulla plancia deve seguire 2 regole: deve essere collocata su un esagono dello stesso colore; l’esagono vuoto deve essere adiacente ad almeno una tessera.
Dopo aver giocato una tessera possono accadere differenti cose in base al colore/tipologia.
Verde-Castello: Pesco una tessera esagonale dal tavolo e la piazzo subito sulla plancia.
Rosso-Città: Pesco una tessera bonus a mia scelta per potenziare la Tabella e gli effetti che ottengo con le prossime tessere di quel colore.
Blu-Locanda: Pesco un segnalino in legno azzurro. È una sorta di Jolly che posso usare al posto di una tessera esagonale di qualunque colore.
Verde chiaro-Agricoltura: Raffigurano differenti tipologie di coltivazione. Ricevo 1 punto vittoria per ogni nuova tipologia piazzata in un’area.
Grigio-Cava: Pesco un segnalino marmo. Nei miei turni posso spenderlo per guadagnare un’azione aggiuntiva.
Arancione-Villaggio: Pesco un lavoratore. Nei miei turni posso scartarlo usarlo al posto di una carta di qualsiasi colore. Se ho 2 lavoratori posso scartarli entrambi e non usare carte per giocare una tessera.
Giallo-Monastero: Pesco 3 carte Territorio
Beige-Carro: Pesco una carta Commercio. Sono carte che garantiscono bonus e a volte anche punti.
Una partita a The Castles of Tuscany si struttura in 3 round uguali tra loro. Ogni round finisce con il conteggio dei punti e a determinarne la durata sono le tessere esagonali nella riserva dei giocatori. Ogni colonna è associata a un round. Quando un giocatore termina la propria colonna di tessere il round si avvia alla conclusione. Si completa il turno e si procede con il conteggio dei punti.
Terminata la conta si inizia il round successivo fino alla conclusione del terzo round. Chi ha fatto più punti totali vince.
Il calcolo dei punti di The Castles of Tuscany
Dedico uno spazio a parte al conteggio dei punti perché è una delle parti più particolari di questo gioco. Come detto in precedenza The Castles of Tuscany si svolge su 3 round uguali tra loro, alla fine dei quali c’è un conteggio di punti parziale che viene fatto con il tracciato verde. Il tracciato rosso invece segna i punti totali ottenuti con la somma dei punti fatti nei 3 round.
La logica ci porterebbe a azzerare il tracciato verde dopo ogni round, ma è qui la particolarità di The Castles of Tuscany. I segnalini rimangono al loro posto.
Per fare un esempio. Il giocatore A fa 20 punti nel primo round, mentre il giocatore B 15. Questi punti vengono trasferiti sul tracciato rosso e si inizia con il secondo round. In questo round i giocatori fanno gli stessi punti del primo round, quindi 20 a 15. In un gioco con una somma classica dopo il secondo round avremmo un punteggio di 40 per il giocatore A e 30 per il B. Quindi 10 punti di scarto tra i giocatori.
In The Castles of Tuscany invece – non azzerandosi il tracciato verde – è il secondo round a finire 40 a 30 (20+20 di partenza di A e 15+15 di B). Punti che vanno trasferiti sul tracciato rosso, fermo sul 20 a 15 del primo round. Risultato, dopo il secondo round la partita è sul 60 a 45. Quindi 15 punti di scarto tra i giocatori.
Considerazioni finali
L’anomalia del calcolo dei punti di The Castles of Tuscany è una precisa scelta di Feld che ha voluto dare al gioco una struttura molto particolare. I 3 round sono sì identici, ma il peso di ogni round non è lo stesso. Il primo round e in parte anche il secondo diventano molto più decisivi rispetto al round finale, perché un eventuale vantaggio nei primi round si riflette anche sui successivi.
Come regola sono certo che farà storcere il naso a più di un giocatore. Non tanto per il differente peso nei punteggi tra i round, ma per l’aver dato maggiore peso all’inizio del gioco. Probabilmente perché siamo abituati a situazioni opposte, anche con la regola basilare delle sfide con gli amici: «Chi vince questa vince tutto!». Non importava se stavamo perdendo in modo clamoroso, quella regola – lanciata come sfida sempre da chi stava straperdendo – permetteva di fare un recupero in extremis.
Feld invece va in direzione opposta, premia chi parte bene, condannando chi sbaglia l’inizio – magari solo per sfortuna – a dei round successivi parecchio aggressivi.
Questo non lo vedo come un problema, è una meccanica di The Castles of Tuscany, e per quanto subdola dà al gioco una componente che ha suscitato in me grande interesse.
Per quanto riguarda gli inevitabili paragoni con I Castelli della Borgogna è chiaro che ci siano molti punti in comune. Nel passaggio dal centro della Francia medievale alla Toscana rinascimentale il gioco viene semplificato. Diventa più facile, più adatto anche a chi non è ancora molto esperto di giochi da tavolo o giochi di questa tipologia, senza però perdere in solidità e divertimento.
Inevitabilmente le vette toccate con I Castelli della Borgogna sono lontane, ma ci si può divertire parecchio anche con delle allegre scampagnate tra le colline toscane.
Maggiori informazioni su ravensburger.org/it
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