Cubo di Rubik a specchio
Era il lontano ’74 quando un professore ungherese di nome Rubik, costruì il prototipo del primo cubo per scopi didattici. Era in legno e senza colori, solo dopo un anno con varie migliorie divenne come lo conosciamo ora.
Intravedendone le potenzialità, Rubik nel ’77 lo brevettò e affidò la sua distribuzione ad una casa produttrice di giocattoli ungherese.Solo nel 1980 la Ideal Toys Company ne acquisisce i diritti e inizia a distribuirlo nel resto del mondo. Iniziò così un successo che non ha ancora avuto termine.
Il gioco più venduto al mondo, si parla di oltre 300 milioni di pezzi tra originale e imitazioni. Un gioco dal design sempre moderno, un icona degli anni 80 ma che è rimasto anche nei decenni successivi.
Impossibile migliorarlo, l’unica cosa possibile era renderlo ancora più difficile da risolvere con le versioni 4 x 4 x 4 e 5 x 5 x 5, rimaste comunque di nicchia rispetto al 3 x 3 x 3 che è rimasto il più diffuso.
L’unica cosa che si poteva fare era cambiarlo radicalmente, creare un cubo rompicapo non più basato sul roteare delle sue parti ma su nuovi metodi di risoluzione.
Questo infatti non è colorato, è specchio e non è diviso nei soliti cubi regolari di uguale dimensione ma in varie parti di forme diverse.
La sfida è di aprirlo e riuscire a ricomporre il cubo iniziale.
Rubik non stanca mai, ed è un motivo del suo successo, ma ogni tanto cambiare rompicapo e provare nuovi gadget è sicuramente stimolante.
Questo è uno dei migliori, a parole sembra un rompicapo di facile soluzione, ma riuscire a ricomporre il cubo senza faticare e rischiare di perdere la pazienza è una vera impresa.
questo è un mirror block, in pratica è un normalissimo cubo di rubik ma con i pezzi tagliati in modo differente, se pensate che il fatto che questo cubo non abbia gli stickers colorati sia più facile vi sbagliate, anzi è una difficoltà in più.
Io risolvo il cubo normale in 20 secondi e questo in 1 minuto, il record mondiale non ufficale è di 25 secondi (del mirror block).
Il prezzo è ottimale, come lo è anche la plastica e la sua "scorrevolezza"