Mug volgare
Una tazza che spiega la grammatica inglese in modo scorretto
Quando penso ad un insegnate di inglese mi immagino una tipica persona “british”, ben vestita, educatissima e che parla forbito e con una pronuncia perfetta.
Questo però è un banale stereotipo e per constatarlo basta pensare agli inseganti di inglese che abbiamo avuto nel nostro percorso scolastico.
Un insegnate che non rispetta l’etichetta british però non è necessariamente un cattivo insegnante, l’importante è che non abbia imparato la lingua nelle periferie di Liverpool o peggio ancora negli States.
Lo slang e il linguaggio popolare hanno modi di esprimersi, parole e regole grammaticali tutte loro, basta pensare all’uso del “fuck”.
Una persona arrabbiata o semplicemente volgare usa il fuck in molteplici modi: può essere usato al posto delle pause, al posto della punteggiatura, può servire per enfatizzare un concetto, renderlo più interessante, dare un tono ad un discorso e così via.
La dimostrazione della versatilità del fuck (o fucking a seconda delle situazioni) arriva da una tazza, il suo nome è Funny Mug – Grammar Expletive and Rude; una tazza davvero volgare e non adatta per chi si scandalizza facilmente.
La tazza è una sorta di bigino della grammatica inglese spiegata da qualche rozzo di periferia o da qualche rapper. Il suo metodo di insegnamento è semplice, prende un termine base della grammatica e lo spiega in poche, semplici e rudi parole.
Ad esempio “You are” viene spiegato con “You fucking are”, l’aggettivo possessivo “your” viene spiegato con un efficace “show fucking possession” o “where” che può essere visto anche come “specifies a fucking location”.
Certo che un insegnate di inglese che spiega la materia in questo modo sarebbe decisamente strano ma dipende molto dalla scuola; se la vostra scuola è la strada queste spiegazioni sono all’oridne del giorno.
Tralasciando la finta morale sulla volgarità trovo il Funny Mug – Grammar Expletive and Rude un buon prodotto ma anche un’occasione persa; l’idea è simpatica ma una tazza non è proprio il massimo, un libricino di finta grammatica inglese sarebbe stato decisamente più interessante!