Cappello cinghiale

Le pellicce e tutti gli accessori fatti in pelo di animale sono un’assurdità, soprattutto se si considera che ora si può avere lo stesso effetto usando eco-pellicce realizzate senza torcere un pelo agli animali.
Un abbigliamento fatto di pellicce aveva un senso solo nella preistoria o nell’antichità, quando le pellicce degli animali cacciati erano l’unico modo per coprirsi e ripararsi dal freddo. Oggi invece non c’è alcun motivo per indossare delle vere pellicce, a meno che non siate mentalmente ancorato ai tempi della preistoria.
Tanto i modi per essere fashion anche con le eco-pellicce ci sono lo stesso, anzi le proposte moderne sono favolose, tremendamente belle e possono anche avere un fascino preistorico inaspettato.
La dimostrazione è il Cappello cinghiale, un accessorio che sembra arrivare dal passato, da epoche in cui il cinghiale non era apprezzato solo per la carne ma anche per la pelliccia per creare mantelli e copricapi.
Ovviamente il cappello che vedete non è fatto in vero cinghiale, cosa scontata vedendo il musetto che spunta sulla fronte della modella. Per evitare fraintendimenti è sempre meglio specificare, così avete la certezza di indossare un copricapo dal fascino animalesco ma al tempo stesso rispettoso per gli animali.
Lo stile mi ricorda molto un copricapo che arriva dall’antica Gallia, terra reale ma al tempo stesso leggendaria grazie alle avventure di Asterix e Obelix.
Proprio i galli erano ghiotti di carne di cinghiale, cosa che li rendeva grandi lavoratori di pellicce si suini selvatici. Ecco perché il Cappello Cinghiale unisce la bellezza di un capo di abbigliamento alla moda ad un elemento speciale che piacerà molto ai fan dei fumetti e dei film di Asterix.
Tutto questo parlare di stile ed estetica però non deve far scordare il vero pregio del cappello, difatti è un vero portento nel proteggere dal freddo. Merito della pelliccia finta ma anche delle “zampette” laterali che possono essere annodate sotto al mento. Così avrete una protezione totale dalle insidie del freddo.