Recensione Human Interface – Be a Better Human
Un gioco da tavolo del genere cyberpunk che non lesina sulle miniature
Il genere cyberpunk in ambito ludico parla polacco. Difatti se il settore dei videogame è in attesa dell’uscita di Cyberpunk 2077, gioco della polacca CD Project, il settore dei giochi da tavolo ha a sua volta un titolo altrettanto atteso dai suoi backers. È Human Interface: Be a Better Human, gioco della polacca Postindustrial Games.
Ovviamente l’ordine di grandezze delle persone in attesa dei due giochi è molto differente, però chi ha finanziato Human Interface: Be a Better Human su KickStarter non vede l’ora di mettere le mani su un titolo altrettanto interessante. A dire il vero non tutti sono in attesa, perché le spedizioni delle copie per i sostenitori della campagna KickStarter sono già iniziate da qualche mese. Il gioco però è di quelli ricchi di materiali e questo sta causando un po’ di lungaggini con la produzione; così, mentre c’è chi ha già il gioco da qualche mese, c’è chi è ancora in attesa.
La campagna di Human Interface: Be a Better Human ha riscosso un discreto successo, con 2.173 sostenitori per un totale di 228.969 £. Cifre di tutto rispetto ma ben lontane dai numeri che possono raggiungere alcuni giochi da tavolo su KickStarter.
Tra i motivi per cui mi sarei aspettato anche numeri più elevati c’è l’ambientazione, un grande punto di forza visto che è rara nel settore dei board game. Il genere poi è anche molto in voga grazie al sopracitato Cyberpunk 2077. Inoltre l’alta qualità dei materiali con un corposo numero di miniature è un altro elemento che in genere attira sempre molte persone.
In ogni caso Postindustrial Games ha raccolto quanto basta per metterlo in produzione, quindi l’obiettivo primario è stato raggiunto e, con ancora un po’ di pazienza, tutti i backer riceveranno la loro copia.
Dettaglio delle miniature presenti nella scatola del gioco base
Che gioco è e come si presenta Human Interface: Be a Better Human
Human Interface: Be a Better Human è il secondo titolo di Postindustrial Games di questa serie. Il primo gioco è stato Human Interface: Nakamura Tower del 2016.
Be a Better Human va ad ampliare il gioco proposto nel 2016, il quale era prevalentemente uno skirmish per sfide in 1 contro 1.
Il nuovo titolo invece offre una profondità maggiore con 3 modalità di gioco. Riamane lo skirmish, per soddisfare chi ha apprezzato Nakamura Tower e per chi ama questa tipologia di giochi da tavolo.
Poi c’è la modalità principale che è un cooperativo con campagna a scenari da giocare contro “il gioco” (quindi non è previsto che uno o più giocatori vestano i panni degli antagonisti). Infine c’è la modalità in solitario, dove viene meno la cooperazione tra giocatori ma il gioco rimane pressoché lo stesso.
Come tipologia di gioco non ha nulla di innovativo quindi, un classico gioco a scenari con miniature e una sottotrama che lega le varie missioni.
I grandi punti di forza sono senza dubbio l’ambientazione/genere cyberpunk e la qualità dei materiali. Di quest’ultimi le grandi protagoniste sono le miniature, sia per la quantità, sia per la qualità del materiale e anche del loro design. C’è la grande divisione con i 2 colori tra le miniature a disposizione dei giocatori e quelle degli antagonisti da fronteggiare. All’interno di questi due gruppi però si trovano una grandissima varietà di personaggi che ci fanno calare bene nelle atmosfere cyberpunk. Il formato base è da 32 mm.
Gli elementi per gli scenari sono già più semplici, con le classiche mini plance in cartone con i vari ambienti da assemblare in base a ciò che richiede la missione.
Alcune delle miniature presenti nel gioco base
La KickStater Edition di Human Interface: Be a Better Human è divisa in 3 scatole. La prima è quella del gioco base, (retail costerà a 96 euro) e contiene 194 carte di vario tipo; 9 elementi in cartone per le stanze e 8 per i corridoi; 16 porte; 9 plance giocatori e 37 miniature. Poi c’è il libro delle regole e quello degli scenari.
La seconda scatola, con uno stile grafico simile alla prima, è l’espansione Human Interface Blood on the Floor (prezzo al pubblico 48 euro). L’espansione aggiunge 40 nuove carte; 2 stanze e 2 corridoi; 4 plance e 11 miniature. Manca il libro delle regole presente solo nel base ma c’è un libretto con i nuovi scenari.
La terza scatola invece non sarà mai in vendita da sola, è bianca e ha un aspetto più grezzo ma contiene tutti i materiali esclusivi dell’edizione KickStarter. Qui troviamo tante cose in più, con ben 204 carte, 2 stanze e 2 corridoi, il libro delle regole per la modalità Skirmish e altre 37 miniature.
Questa scatola aggiuntiva può essere acquistata solo all’interno della KickStarter edition che verrà venduta al pubblico a 164 euro. Questa edizione però dovrebbe avere una disponibilità limitata, quindi se vi interessa meglio che andate subito a prenotarla sul sito ufficiale.
Contenuto confezione della scatola bianca (Esclusiva Kickstarter)
Alcune delle miniature presenti nell’esclusiva Kickstarter
Poi segnalo che nel mio gioco erano inclusi anche degli occhiali in stile cyberpunk realizzati interamente in legno e chiamati Banelli Goggles V2. Una sorpresa visto che nella pagina KickStarter né nel sito ufficiale sono menzionati.
Dopo averli trovati ho provato a riguardare se magari me li ero persi in mezzo alla lista dei materiali inclusi ma mi pare di non trovarli menzionati da nessuna parte. In ogni caso è un’aggiunta molto gradita, anche perché nella custodia c’è anche una carta speciale da usare nel gioco.
La carta associata agli occhiali dice “If you are wearing googles during play, add 1 to any Ranged attack Action – Once per game“.
Come si gioca a Human Interface: Be a Better Human
Senza dilungarmi troppo e finire col riscrivere il regolamento (come a volte mi capita… ) mi soffermo sulla modalità principale che è la campagna.
Il setup di gioco è piuttosto rapido. C’è un libretto per la campagna che ha sia la parte narrativa che lega le varie missioni, sia i setup di ognuna di esse.
Gli elementi scenario sono abbastanza risicati, quindi i setup non possono che essere rapidi, cosa positiva visto che meno tempo si passa a preparare un gioco più tempo si ha per giocare.
I giocatori controllano un personaggio ciascuno, con relativa miniatura e plancia. I nemici invece sono controllati dal gioco, a differenza di altri titoli dove c’è un giocatore che controlla tutte le “truppe” nemiche (ad esempio Batman Gotham City Chronicles).
Plancia di gioco e miniatura (dell’espansione Blood on the Floor)
I personaggi sono divisi in classi, le quali hanno accesso a differenti abilità e equipaggiamenti. Questo rende la scelta iniziale dei personaggi molto importante, in modo da avere un gruppo ben assortito di personaggi in grado di affrontare al meglio ogni sfida o imprevisto.
Ogni giocatore ha 2 attributi principali che sono Fisico e Mente. Influenzabili anche da equipaggiamenti e chip neurali. La Velocità invece determina il movimento massimo che si può fare in un round.
Ai lati delle plance dei giocatori ci sono 2 ruote numerate. Una è per le Ferite, l’altra è per Cybershock. Si tratta di una delle caratteristiche più interessanti del personaggio. È un valore che indica quanto “cala” l’umanità del personaggio a causa degli innesti cibernetici. Più sale il valore Cybershock, più scende l’umanità. Se questo valore diventa troppo alto il giocatore perde ogni traccia di umanità e diventa un drone controllato dal gioco.
Le fasi di gioco hanno due “mondi” differenti in cui giocare. Il primo è il cyberspazio, con la Cyberwarfare Phase, nella quale i giocatori vestono principalmente i panni degli hacker, con azioni come attaccare un Tactical Network nemico o attaccare un Security Terminal. In questa fase si usano 3 tipi di carte principali: programmi di attacco, difesa e di supporto.
Il secondo invece è il Mondo reale, nella quale ogni giocatore ha a disposizione 2 Punti Azione da spendere per muoversi, attaccare (corpo a corpo o distanza), usare le abilità speciali e usare equipaggiamenti e oggetti.
La caratteristica più particolare del gioco è la scelta di non avere dadi, sostituiti da un mazzo di carte speciali usati per risolvere ogni genere di prova.
Queste carte si chiamano CanDo, le quali indicano un numero che va da 1 a 10. La cifra pescata normalmente si va ad aggiungere al valore da usare nella prova, quindi alla stregua di un modificatore fatto con un tiro di dado (anche se le carte hanno una distribuzione non omogenea delle cifre). Le carte CanDo però offrono anche una scelta aggiuntiva. Ogni carta è associata ad una azione, da eseguire per pescare una nuova carta CanDo e sperare in un valore diverso.
Nella maggior parte dei casi l’azione è la pesca di una carta Adrenalina, un’altra particolarità del gioco. L’adrenalina in Human Interface: Be a Better Human funziona come agisce nel nostro corpo. In certe situazioni può essere d’aiuto, ma se è troppa si rischia grosso.
Nel gioco l’adrenalina può essere utile per svolgere alcune prove, ma se supera un determinato valore, il nostro personaggio compirà qualche azione troppo pericolosa, con conseguenti ferite.
La durata delle partite varia in base agli scenari ma non è mai imprevedibile. Difatti ogni scenario ha un numero definito di turni per raggiungere soddisfare le condizioni di vittoria. Scelta che può dividere perché da un lato dà tempi quasi certi, dall’altra può non soddisfare chi non ama le partite con un tetto di turni. Sono comunque scelte di game design, poi se proprio non lo si digerisce ci sono sempre le home rules.
Carte Armi
Considerazioni finali
Human Interface: Be a Better Human è uno dei titoli più interessanti usciti in questo periodo. Il merito non va tanto alla tipologia di gioco perché di concorrenza ne ha davvero parecchia. Ciò che lo rende molto appetibile però è l’ambientazione cyberpunk, assai rara nel mondo dei giochi da tavolo.
Se il gioco non riesce a spiccare per le meccaniche – per quanto ci siano degli spunti regolamentari interessanti, come le carte CanDo e caratteristiche dei giocatori come l’adrenalina e il Cybershock – Be a Better Human viene lanciato alla grande dalle bellissime miniature.
Non che i personaggi bastino a decretare il successo di un gioco, ma seguendo le discussioni tra i backers, ho notato che c’è perfino chi ha finanziato il gioco solo per avere delle miniature cyberpunk da usare in altri giochi. Anche non da tavolo ma magari uno dei vari giochi di ruolo con ambientazione cyberpunk.
Ovviamente c’era sempre l’interesse anche nell’avere un valido gioco da tavolo, ma per molti le miniature erano la parte più importante.
Da questo punto di vista però c’è poco da dire, le miniature sono un vero spettacolo. La qualità della plastica mi sembra ottima, mentre il design dei personaggi è curatissimo e molto ispirato.
Il ritardo di quasi 2 anni delle consegne del gioco ai finanziatori su KickStarter (all’inizio era previsto per Marzo 2018), potrebbe rivelarsi anche positivo per le sorti retail del gioco. La fine delle consegne ai backers, iniziata qualche mese fa, dovrebbe terminare all’inizio del 2020. Anno di uscita dell’attesissimo videogame Cyberpunk 2077, che farà salire ancora di più il ritorno di moda del genere cyberpunk. Chissà, magari anche le vendite retail di Human Interface: Be a Better Human potrebbero giovarsene.
Miniature di Hyena, Karo e Andrea (inclusi nell’espansione Blood on the Floor)
Maggiori informazioni su kickstarter.com
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