Atari più piccola del mondo

L’Atari 2600 è una delle console che hanno fatto la storia dei videogame. È uscita nel 1977 ed è stata la prima console a riscuotere un grande successo commerciale con circa 30 milioni di console vendute.
La console è ricordata anche per essere stata una delle prime a utilizzare le cartucce per i giochi. Inoltre è stata anche tra le più longeve della storia. Difatti la commercializzazione è durata fino al 1992, ben 15 anni dopo i suoi esordi.

Negli ultimi anni la console è ritornata seguendo il filone di riproposizioni di molte console storiche del passato. Operazione che ha riprodotto in versione mini console come il NES, il Super Nintendo, il SEGA Megadrive e perfino la prima PlayStation.
Le dimensioni di queste console sono sempre ridotte perché le attuali tecnologie permettono di realizzare console identiche a quelle del passato ma con componenti più compatte. Ovviamente senza esagerazioni, perché console così vecchie potrebbero farle anche minuscole. Quindi si è cercato un compromesso per avere lo stesso una console bella e fedele con l’originale.

Ogni tanto però è bello esagerare e con la World’s Smallest Atari è nata la Atari 2600 più piccola del mondo.
La console è così piccola da sembrare una replica in miniatura da esposizione per collezionisti. Invece la cosa incredibile è che si può giocare per davvero. La console è abbinata a un mini TV da 1,44″ con lo stile delle televisioni a tubo catodico dell’epoca.
La console è troppo piccola per avere delle cartucce, così ha alcuni storici giochi preinstallati. I giochi scelti per la World’s Smallest Atari sono: Asteroids, Breakout, Centipede, Combat, Millipede, Missile Command, Pac-Man, Pong, Tempest e Warlords. Da questo punto di vista non ci si può lamentare.

Al massimo i problemi li avremo giocando. Usare la micro Atari con quel minuscolo joystick e guardare nel mini TV può essere uno strazio. È davvero tutto troppo piccolo, ma è proprio questo il pregio. L’importante è che l’Atari 2600 sia perfettamente funzionante per creare un vero oggetto di culto, da collezionisti o ovviamente da Guinness dei primati.
Il prezzo non è poi nemmeno così esagerato, ma solo perché si tratta di un oggetto unico. Vista la scarsa usabilità poteva costare qualcosa meno.

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