Recensione Sector 6
Un gioco da tavolo futuristico ambientato in un carcere spaziale
Obliti è la più oscura prigione dell’universo. I suoi prigionieri non hanno diritti. Se vuoi mangiare devi lavorare, se vuoi respirare… devi competere!
Nel carcere di Obliti c’è una sezione chiamata Sector 6 dove si trovano le uniche riserve per caricare le bombole di ossigeno dei prigionieri. Qui, tra i cunicoli di Sector 6, i prigionieri devono competere per la loro sopravvivenza, recuperando più ossigeno possibile per riuscire a respirare fino al giorno successivo.
L’incipit è molto intrigante e Sector 6 è un gioco da tavolo che incuriosisce fin dalla sua introduzione. I giocatori interpretano proprio i prigionieri e devono muovere delle piccole squadre da 2 membri. Sector 6 invece è rappresentato con delle tessere esagonali piazzate a inizio partita senza dover seguire uno schema fisso, così da avere una sezione e dei cunicoli sempre diversi. La struttura di Sector 6 però muta anche durante la partita, perché i giocatori possono decidere di ruotare le tessere, alterando i percorsi dei cunicoli per raggiungere le migliori riserve di ossigeno o per bloccare gli avversari.
Che gioco è e come si gioca a Sector 6
Sector 6 è un gioco per un minimo di 2 fino ad un massimo di 6 giocatori. Inoltre c’è anche una variante per giocare da solo.
Nella scatola troviamo 10 pedine di 4 differenti colori (le 2 extra sono delle pedine speciali), 40 tessere esagonali per creare Sector 6 e 32 segnalini ossigeno di differenti tipi.
Il gioco per principianti parte con degli schemi fissi di tessere, mentre il gioco normale divide le tessere tra i giocatori, i quali le dispongono a turno all’inizio della partita per creare lo schema iniziale dove si svolgerà il gioco.
Ogni tessera ha disegnato dei puntini colorati, i quali indicano quale tipo di segnalino ossigeno va collocato su di esse. I segnalini rossi valgono 1 punto, quelli gialli 2, i verdi 3 e i blu 4.
Dopo aver fatto questo i giocatori aggiungono le tessere che indicano i punti di accesso delle loro pedine. Punti che si possono scegliere liberamente e che hanno già una finalità strategica.
A questo punto inizia il gioco vero e proprio, e nel proprio turno il giocatore può muovere solo uno dei due personaggi. Non ci sono regole sul loro utilizzo, volendo un giocatore può usare sempre la stessa miniatura senza un’alternanza. La scelta su quale usare in ogni turno dipende dalle esigenze e dalle strategie.
I movimenti all’interno dei cunicoli possono avvenire solo in linea retta, senza limiti di tessere. In genere però in Sector 6 i cunicoli sono molto contorti ed è difficile muoversi per molte tessere. Altri limiti ai movimenti sono le altre miniature, perché non possiamo né passare né fermarci dalle caselle occupate da altri personaggi.
Dopo aver mosso una pedina il giocatore può fare due azioni con la tessera da cui è partito. Raccogliere l’ossigeno oppure ruotare la tessera di uno scatto in un senso a piacere.
La rotazione è un concetto molto importante in Sector 6, perché alterare il percorso aggiunge molta più tattica e ragionamento al gioco. La particolarità di Sector 6 però non è solo nella rotazione delle tessere, ma anche negli effetti sulle tessere vicine. Le tessere hanno un lato di lunghezza variabile con degli ingranaggi. Se questo lato “tocca” gli ingranaggi della tessera che ruota la tessera vicina ruota a sua volta, ma in senso opposto.
Per ovvi motivi di semplificazione le rotazioni a catena coinvolgono solo le tessere confinanti, altrimenti calcolare e muovere tutte le tessere di Sector 6 sarebbe stato troppo cervellotico e lungo.
Un’altra particolarità di Sector 6 è il possibile conteggio di punti durante la partita. Ogni giocatore, in un qualsiasi momenti, è libero di chiedere agli avversari quanti punti hanno. Questo serve soprattutto nelle partite con più giocatori, per valutare chi è l’opponente più pericoloso e studiare le mosse migliori per vincere la partita.
Il fine gioco si ha quando l’ultimo segnalino ossigeno rimasto libero finisce sotto a una pedina. A questo punto i giocatori raccolgono le pedine ossigeno sotto le loro miniature e finisce la partita.
Decretare il vincitore è semplicissimo, ognuno conta i punti dei suoi segnalini ossigeno e chi ha più punti vince. In caso di parità vince chi ha più segnalini blu (quelli del valore maggiore). Se anche in questo caso c’è un pareggio si guardano i segnalini verdi, poi quelli gialli e quelli rossi. Solo se c’è un pareggio totale la partita è patta, ma è assai raro. Quasi impossibile.
Conclusioni e giudizio finale
Sector 6 è un gioco che mi ha conquistato sul campo. Il primo impatto non è stato dei migliori, ma per un appassionato di fantasy, cavalieri, draghi e maghi come me è normale che un’ambientazione come Sector 6 appaia distante dai propri interessi.
In un gioco da tavolo però l’ambientazione conta fino ad un certo punto, perché poi il divertimento è tutto sulle spalle delle meccaniche di gioco. È qui che Sector 6 si è riscattato, mostrandomi un gioco senza troppe regole, facile da capire e da apprendere (include il regolamento multilingua con l’italiano) e con uno svolgimento molto interessante. La gestione degli omini, dei movimenti e della rotazione delle tessere crea delle sfide molto tattiche, dove bisogna anche entrare nella mente degli avversari per capire il loro gioco e mettergli i bastoni tra le ruote (o ruotargli i muri in faccia).
Quindi se vi piacciono queste tipologie di giochi Sector 6 merita una chance. E se il gioco base non vi basta include anche un manuale con delle modalità alternative che comprendono anche quella per giocare da solo.
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