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Recensione That’s not a hat

Un divertente party game di bluff e regali riciclati

Cosa succede se non comprate i regali su DottorGadget? Correte il rischio di regalare qualcosa di poco originale e gradito. In queste situazioni però nasce un fenomeno molto diffuso: quello dei regali riciclati!
Dopotutto perché dovremmo tenere qualcosa che non ci piace e che non useremo mai. Meglio rimpacchettarlo e rifilarlo a qualcuno alla prima festa che capita.
In questo ambito ci sono dei veri professionisti, persone che non comprano un regalo da anni perché riciclano alla grandissima tutti quelli che ricevono.
Se conoscete qualche riciclatore seriale di regali preparatevi, perché potreste avere di fronte anche un temibilissimo avversario del gioco da tavolo di That’s not a hat!

Che gioco è e come si presenta

That's not a hat (contenuto)

That’s not a hat è un gioco di carte di tipo party game pubblicato da Ravensburger. All’interno della piccola scatola troviamo il mazzo di carte e il regolamento multilingua. Le 110 carte sono tutte dello stesso tipo e sono i regali. Graficamente sono molto semplici, quasi stilizzati, e raffigurano altrettanti oggetti da scambiarsi durante il gioco.
A That’s not a hat si può giocare da 3 a 8 giocatori, è consigliato a partire dagli 8 anni e le partite sono molto rapide e durano circa 15 minuti.
Lo scopo del gioco è scambiarsi i regali cercando di tenere sempre a mente gli oggetti che passano da un giocatore all’altro, alla ricerca di chi sta bluffando.

Come si gioca a That’s not a hat

A inizio partita si dà una carta regalo a ogni giocatore che la posiziona di fronte a sé a faccia in su. Il mazzo, sempre a faccia in su, va collocato al centro del tavolo e diventa il negozio di regali.
Il primo giocatore deve acquistare un nuovo regalo pescando la carta in cima al mazzo. La prende, la mostra agli altri giocatori, la gira a faccia in giù e sul retro trova una freccia che indica destra o sinistra. La freccia indica a quale giocatore cedere il regalo.

That's not a hat (setup)

Quando si dona una carta si consegna e si dice in cosa consiste il regalo. Il giocatore che riceve il regalo può decidere se accettarlo se pensa che sia ciò che ha dichiarato l’altro giocatore, o rifiutarlo se pensa che sia un’altra cosa.
Ovviamente nei primi turni i regali si accettano sempre visto che le prime fasi di gioco si svolgono a carte scoperte. Quindi si sa cosa ci stanno regalando gli altri giocatori e nessuno bluffa.
Le carte girate a faccia in giù non possono più essere girate. Quindi il giocatore che ha ricevuto la carta regalo la mette di fronte a sé coperta, senza coprire la precedente a faccia in su.
In That’s not a hat non si possono accumulare regali, quindi il giocatore prende la sua carta scoperta, la gira a faccia in giù e la passa al giocatore indicato dalla freccia.

That's not a hat (partita)

Proseguendo nel giro i giocatori si troveranno con davanti a loro solo carte coperte. Questo non parrebbe essere un problema visto che sono tutte carte che i giocatori hanno visto quando erano scoperte. La vostra memoria però è sufficientemente buona da ricordarvi tutti gli oggetti e dove sono finiti?
Il turno prosegue con continui scambi di regali, dove nessuno può sbirciare sotto la sua carta per vedere cosa c’è. È tutto alla cieca e basato sulla memoria e l’osservazione delle direzioni che prendono i regali.
Se un giocatore accetta i regali che riceve non accade nulla, se invece lo rifiuta gira la carta per vedere cosa mostra.

Se l’oggetto è effettivamente quello dichiarato dal giocatore che ha passato il regalo, chi lo ha rifiutato prende la carta e la mette a faccia in su al suo fianco. Questo diventa il mazzo degli scarti personali e le carte contano come punti negativi.
Se invece chi rifiuta il regalo ha indovinato il bluff, la carta come punto negativo finisce a chi glie l’ha passata.
A questo punto chi ha preso il punto negativo prende una nuova carta dal mazzo centrale, la gira e la passa subito come si è fatto fino a questo momento.

La partita va avanti fino a quando un giocatore accumula 3 carte/punti negativi. La partita termina e vince chi ha meno punti negativi.
Le regole di fine gioco però possono anche essere modificate a piacere dai giocatori. Quindi potete anche stabilire in partenza un numero fisso di turni o aumentare i punti negativi che portano alla fine della sfida.

Considerazioni finali

That’s not a hat è un party game tanto semplice quanto divertente. La semplicità però è alla base del successo di molti giochi di questa categoria, perché per divertirsi non serve inventarsi chissà quali meccaniche elaborate.
In questo caso le partite partono in sordina, con tutte le carte regalo girate a faccia in su e la certezza di quali oggetti ci stiamo scambiando con gli altri giocatori. Quando le carte passano a essere a faccia in giù sembra ancora tutto sotto controllo. In fin dei conti abbiamo un oggetto per giocatore. Qui già si capisce quanto incida il numero di giocatori sul livello di difficoltà, perché se giochiamo in 3 c’è un numero molto ristretto di oggetti da scambiarsi, in 8 è tutta un’altra cosa.

That's not a hat (le carte)

Andando avanti nei turni le certezze diventano sempre meno. La mia carta è una valigia? E a chi è finita la tromba?
I bluff quindi diventano di due tipi: i primi sono quelli che facciamo volontariamente per mettere in difficoltà un altro giocatore; i secondi sono quelli che siamo costretti a fare perché non abbiamo idea di quale carta stiamo passando. L’importante però è sfoderare sempre una poker face da professionista e apparire sempre sicurissimi delle nostre dichiarazioni. E attenti a leggere le incertezze degli avversari, le loro facce dubbiose potrebbero essere un tranello per farci rifiutare un regalo che invece è corretto!
Come vedete That’s not a hat è un gioco da tavolo elementare nei materiali e nelle regole ma che dà vita a sfide molto divertenti.

Maggiori informazioni su ravensburger.org

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