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Curiosità Feste

La vera storia di Babbo Natale

5 Novembre 2021
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Come è nata la figura di Santa Claus e come è legata a San Nicola

Babbo Natale è un personaggio leggendario ma la sua storia non è tutta frutto della fantasia. La sua versione moderna ha quasi perso ogni legame con il passato, andare alla scoperta delle sue origini però può essere comunque molto interessante.
Il mito di Babbo Natale si fonda sulla leggenda di San Nicola, un personaggio realmente esistito nel IV secolo che fu il vescovo di Myra. Un’antica città turca. Muore il 6 dicembre 343, non a caso San Nicola si celebra proprio in questo giorno.

San Nicola è molto conosciuto in Italia, difatti è il “celebre” San Nicola di Bari, santo patrono della città pugliese. Il legame nasce nell’anno 1000, quando una spedizione partì da Bari per recuperare le ossa del Santo sepolto a Myra, città che nel frattempo era finita sotto il controllo musulmano.
Nel trambusto della spedizione non vennero recuperate tutte le ossa del Santo. Le rimanenti ossa vennero però portate in Italia da una successiva spedizione dei Veneziani. Difatti oggi le ossa di San Nicola sono conservate in parte a Bari e in parte a Venezia. Negli anni ’90 dei test del DNA hanno dimostrato che sono le ossa della stessa persona. Quindi l’avvenimento storico pare confermato.

Invece quando mancano i fatti i dubbi sono sempre leciti. Attorno a molti santi c’è un’aurea di leggenda molto grande. In mancanza di notizie storiche certe, i biografi del passato hanno spesso romanzato sulla vita dei santi, a volte copiando parti di altre biografie.
Quindi anche le vicende della vita di Nicola non sono sempre del tutto attendibili. Ai fini di ricostruire la vera storia di Babbo Natale però assumono grande valore.
Gli avvenimenti più particolari della sua vita però sono anche quelli che hanno fatto da base alla leggenda di Santa Claus.

La vera storia di Babbo Natale e le sue leggende

I miracoli di San Nicola e il legame con Babbo Natale

Il primo legame è quello con i doni.
La storia delle tre fanciulle. Nicola venne a conoscenza che un padre, povero e sommerso dai debiti, meditava di far prostituire le sue tre figlie. Così per tre notti Nicola gettò attraverso una finestra aperta della loro casa altrettanti sacchi d’oro.
Questa storia diede a Nicola la fama di un generoso portatore di doni, oltre che patrono delle vergini e garante della fertilità.

Il secondo legame è quello con i bambini.
In questo caso la storia è un po’ più truce, anche se c’è il lieto fine. Altrimenti dove sarebbe il miracolo?
Una notte tre fanciulli chiedono ospitalità in una locanda. L’oste e sua moglie li accolgono a braccia aperte perché hanno giusto finito la carne in dispensa. Difatti pensano bene di ucciderli, farli a pezzi e metterli in dei barili con la salamoia.
Proprio quella sera Nicola si ferma nella loro locanda e chiede un piatto con della carne. L’oste non può ancora servirla visto che è appena successo il fattaccio. Nicola, al rifiuto dell’oste andò nella dispensa, aprì i barili e tirò fuori i fanciulli interi e ancora vivi.

Se la prima storia può anche essere plausibile, la seconda è palesemente una fiaba nata secoli dopo morte di Nicola. A ulteriore dimostrazione ci sono le varie versioni della storia che si possono trovare tra le varie fonti. Ad esempio in alcune storie i bambini sono vittima di un macellaio che voleva vendere la carne nella sua bottega.

Da vescovo turco a figura folkloristica dei paesi nordici

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Ma se San Nicola era un vescovo turco, come è diventato un omone barbuto della Lapponia? La chiesa cristiana era presente anche in Nord Europa, quindi in quei paesi San Nicola era celebrato come tutti gli altri santi. In più il 6 dicembre era diventato un girono in cui scambiarsi dei doni, proprio in ricordo della generosità di Nicola. La leggenda legata al Santo parlava di un uomo con ancora gli abiti da vescovo, che girava in sella a un cavallo bianco volante per portare i doni ai bambini. Doni lasciati di nascosto nelle case dagli aiutanti di San Nicola che si intrufolavano dai camini.
Quando molti paesi del Nord Europa divennero protestanti cessò la celebrazione dei santi. Questo però non fermò la tradizione dello scambio dei doni, che rimase viva mischiata con altre tradizioni folkloristiche nordeuropee. Nicola perse il suo aspetto di Santo cristiano e divenne un omone allegro vestito di verde e marrone. Cambiò anche nome e da quel momento iniziarono a chiamarlo Samiklaus, Sinterclaus o Santa Claus (in base al paese).

La nascita del Babbo Natale moderno

L’ultima trasformazione del personaggio avviene negli Stati Uniti d’America verso la fine dell’Ottocento. La figura di Santa Claus iniziò a cambiare a diversi scrittori di libri per bambini presero il personaggio che portava i doni ai bambini, ma aggiunsero la parte della slitta volante trainata dalle renne (se poi volete conoscere meglio le mitiche renne di Babbo Natale seguite il link a un nostro articolo sull’argomento).
La prima apparizione del nuovo Babbo Natale potrebbe essere quella nella poesia di Clement Clarke Moore del 1823 intitolata «Una visita di San Nicola» (conosciuta anche come «La notte prima di Natale»).
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Per quanto riguarda l’immagine di Babbo Natale invece il merito va all’illustratore Thomas Nast. Uno dei più grandi illustratori della sua epoca, vissuto tra il 1840 e il 1902.
Fu Nast il primo a rappresentare Babbo Natale come una persona anziana, con una folta barba bianca e un vestito con parti di pelliccia.
Al personaggio di Nast però mancava ancora una cosa: il colore rosso. Quello arrivò dopo, negli anni ’30 del ‘900. Quando il pubblicitario Haddon Sundblom creò una campagna per la Coca Cola. L’obiettivo era convincere gli americani che la Coca Cola non era solo una bibita rinfrescante per l’estate ma era godibile anche in inverno. Così fece disegnare Babbo Natale vestito di rosso (il colore della Coca Cola) mentre beveva con soddisfazione la bibita dalla celebre bottiglia di vetro.
La campagna fu un successo così grande che l’immagine di Babbo Natale cambiò definitivamente ed è ancora oggi la stessa.

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La vera storia di Babbo Natale, qualche considerazione in chiusura

Come vedete la figura di Babbo Natale si basa su un personaggio realmente esistito. Su quanto ci sia del vero nelle vicende che lo hanno reso Santo è lecito dubitare, però è sempre bello andare alla scoperta delle storie dei racconti popolari. Soprattutto quando hanno così tante evoluzioni nel tempo.
La vera storia di Babbo Natale ci ha portato in giro per il mondo, dalla Turchia alle città di Bari e Venezia, passando per il Nord Europa per poi finire negli Stati Uniti.
Il San Nicola Cristiano aveva già molte caratteristiche di quello moderno. Arrivava volando per portare i regali, con i suoi aiutanti che si calavano nei camini per consegnarli.
La modernità ha reso più paffuto e curioso il personaggio e cambiato il cavallo bianco con una slitta trainata dalle renne.
Ad oggi la tradizione sembrerebbe non aver più subito modifiche, ma chissà, basta poco per creare nuove storie e portare qualche novità al personaggio.
La vera storia di Babbo Natale quindi potrebbe non avere ancora una fine. È il bello delle tradizioni popolari, cambiano e si evolvono nel tempo.

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